“Rischio, passi cauti, a volte follemente incauti sul ciglio dell’abisso.
E camminare sempre. Con lo sguardo rivolto in alto avanti. Mai guardare l’abisso che, incolore, si fa massa e potere di attrazione indicibile. L’attrazione del nulla in cui sei tentato di lasciarti andare. Non guardare, non guardare. Avanti, un passo dietro l’altro su quell’orlo esiguo dove ti pare di poter posare il piede con sicurezza. Un passo dietro l’altro. Per oggi è andata. Domani ricomincerà l’esercizio”.
In ”Smarrirsi: la mente nel labirinto” di Maria Sandias
“Camminavi di continuo, con ritmo frenetico, su e giù per la casa, avanti e indietro dal giardino, senza tregua, anche di notte (cosa che non avevi mai fatto), salendo e scendendo le scale, aprendo e chiudendo i cassetti; a volte avevo l’impressione di avere in casa un topo ballerino, quei topi che, per un’anomalia genetica corrono sempre intorno, tic tic tic, tic tic tic”.
In Ascolta la mia voce di Susanna Tamaro
Che cosa sono i BPSD?
Si tratta di disturbi psicologici e del comportamento che compaiono nella maggior parte dei pazienti durante il corso della malattia di Alzheimer, così come di altre forme di demenza. I disturbi più comuni sono agitazione, apatia marcata, modificazioni dell’appetito, alterazioni del pensiero ed ansietà. Essi possono includere aggressività, azioni ripetitive ed afinalistiche, tendenza alla fuga, girovagare senza meta, depressione, sospettosità ed accuse (deliri), allucinazioni visive ed uditive (vedere o sentire cose che non ci sono) e mancanza del sonno notturno (vedi Tab 2)
Quali le cause?
Sono molteplici. Studi recenti suggeriscono che molti disturbi del comportamento sono strettamente correlati con le stesse basi biologiche della malattia alle quali vanno aggiunti fattori genetici, stress, eccessiva stimolazione, variazioni nell’ambiente e malattie e disturbi intercorrenti (vedi Percorso diagnostico-terapeutico dei disturbi psicocomportamentali nel paziente con malattia di Alzheimer, pag...)
Quanto durano?
I BPSD solitamente durano circa un anno ma, a volte possono durare anche due o più. Sapere che arriverà il giorno in cui essi cominceranno a diminuire ti aiuterà ad assistere il malato. La maggior parte degli studi dimostrano che i BPSD spesso iniziano cinque o sei anni prima che la demenza si renda evidente e che possono dipendere dallo stadio e dalla severità della demenza. Sappi che la depressione è spesso il primo dei sintomi.
Gestire i BPSD
Il punto di attacco al problema è di verificare che i disturbi lamentati non siano da attribuire a fattori estranei alla malattia, procedendo secondo il percorso diagnostico terapeutico indicato in Figura 2.
Le persone con demenza non sempre possono tenere sotto controllo i loro comportamenti, per questo i loro pensieri e le loro sensazioni non sempre riflettono quello che dicono e quello che fanno. Con la comprensione e la conoscenza puoi diventare capace di rispondere in modo appropriato.
Un valido aiuto ti può venire dall’imparare a guardare dietro al disturbo del comportamento, cioè dal provare a capire ciò che causa il comportamento e non le azioni di per se stesse. Per esempio, le persone con demenza che chiedono sempre di tornare a casa propria, possono in realtà voler dire che non si sentono sicure dove stanno, ma non sono in grado di capirlo e, quindi, non potrà farli sentire meglio la risposta “Ma caro, tu sei a casa tua”. Anzi, questa frase probabilmente le farà sentire ancor più frustrate ed irritate. Un approccio sicuramente più utile può essere dimostrare affetto, abbracciarle, rassicurarle con amore e comprensione.
Molte volte le persone con demenza non sanno dove si trovano, non capiscono cosa succede e non possono dire quello che vogliono. E’ allora molto importante che cerchi di capire quello che la persona con demenza prova e che lo tratti in modo gentile, per ridurre il rischio si inneschi una tensione o una reazione di paura.
Ugualmente importante è garantirgli un ambiente confortevole dal momento che i problemi del comportamento si verificano più frequentemente quando il malato è costretto in una stanza chiusa a chiave, senza la possibilità di girovagare; sottoposto a mezzi di contenzione; si trovi a dover vivere in un ambiente caotico o molto rumoroso, subisca un cambio di assistenza o si trovi a vivere in un ambiente a lui sconosciuto. Da qui l’utilità per te di tenere un diario sul quale annotare i possibili fattori scatenanti in modo da evitare il loro ripetersi.
I farmaci possono aiutare
I farmaci antidepressivi, antipsicotici ed antiepilettici possono ridurre i BPSD. Siccome però essi sono gravati da effetti collaterali anche importanti, è il medico l’unico legittimato a prescriverli. Sappi inoltre che dal momento che i BPSD non sono “per sempre”, il trattamento prescritto dovrebbe essere periodicamente controllato.
Cosa posso fare io?
Pensa a come puoi affrontare il comportamento della persona e quale potrebbe essere la “vera” ragione che sta dietro al disturbo, non ti fermare semplicemente a come si presenta il disturbo del comportamento, a quello che il malato fa.
Se una donna con demenza si agita quando fa il bagno può essere d’aiuto avere un’assistente donna e non un uomo. Poiché i soggetti con demenza non sempre possono ricordare le cose, può aiutare il dare sempre un’istruzione per volta. Una routine regolare nell’utilizzare il water può prevenire l’agitazione in chi non è capace di dirti quando ne ha bisogno.
E tu che assisti il malato che cosa puoi fare per te stesso?
Prenditi cura di te stesso.
Cerca di capire che la rabbia, la paura, la frustrazione, la tristezza che provi sono reazioni normali. I BPSD sono la più importante causa di stress in chi assiste, ancor più della perdita di memoria e della capacità funzionale. Se i disturbi impegnativi possono essere fermati o perlomeno ridotti, anche il tuo stress dovrebbe ridursi. E’ importante che tu rimanga in salute; questo ti aiuterà a prenderti cura di chi ami in modo migliore. Se chi assiste è sano, felice e rilassato maggiore è l’effetto positivo su chi viene assistito e di soddisfazione e gratificante può essere il suo compito.
Non dimenticare che anche tu hai bisogno di aiuto.
Se ti senti stressato e frustrato, puoi aggravare la situazione anche senza volerlo. Ridurre il tuo livello di stress può aiutarti a rompere un circolo vizioso. Chi presta assistenza può realizzare questo con l’aiuto di consigli, gruppi di supporto, attività di gruppo, training di rilassamento, gestione dello stress e terapia psicologica. Prendi un po’ di tempo per te stesso usando l’assistenza di sollievo se disponibile. Se sei sano e meno stressato, sarai capace di gestire meglio i disturbi del comportamento.
In conclusione, prendersi cura di un malato di demenza può essere molto logorante ed i sintomi comportamentali e psicologici possono rendere l’assistenza più difficile. Ci sono cose che possono aiutare a ridurre lo stress di chi assiste e migliorare l’assistenza alle persone con demenza e tu puoi farle.
Il primo passo è sviluppare una migliore comprensione dei BPSD e di come essi incidono su te che assisti e sulla persona con demenza.
Perciò, cerca aiuto! Questo aiuto ti può venire dalla corretta diagnosi, dal miglior farmaco ed anche dal supporto per te stesso. Impara di più sui disturbi del comportamento e così potrai anche imparare ad assistere meglio individuando di volta in volta le metodologie più efficaci così potrai migliorare la qualità della tua vita e, contemporaneamente, quella del malato.
I 16 suggerimenti che seguono ti possono aiutare a ridurre i BPSD: