COME SI CURA
“Non sono sicuro che l’Alzheimer sia un killer nel senso comune del termine, ma veramente è menomante. Sono certo che è menomante – ma cosa sto dicendo? – è sicuramente un killer dei pensieri”
in“Visione parziale” di Cary Smith Henderson e Nancy Andrews
Purtroppo, nonostante siano numerose le proposte di cura basate sia sull’impiego di farmaci che di interventi non farmacologici aggiuntivi od alternativi, la malattia resta a tutt’oggi una delle più avare di risultati soddisfacenti.
Per quanto riguarda la terapia farmacologica dei disturbi cognitivi, il primo farmaco specifico per l’Alzheimer è stato, come già ricordato, la tacrina, proposta quasi 80 anni dopo la scoperta della malattia, presto però abbandonata per la sua alta tossicità soprattutto a livello del fegato.
Nell’ultimo decennio sono stati invece messi a disposizione altri farmaci con meccanismo d’azione simile alla tacrina, l’efficacia dei quali, anche se comunque non pari alle aspettative, non è comunque gravata da importanti effetti collaterali. Sono questi i motivi per cui il Sistema Sanitario Nazionale (SSN) che ha previsto la prescrizione gratuita nell’ambito di uno specifico protocollo che individua i pazienti idonei al trattamento.
Successivamente altre sono state le sostanze proposte per la cura e prevenzione della malattia, sulla cui effettiva utilità i pareri sono però molto discordanti e, per questo, non dispensati gratuitamente dal SSN.
Relativamente al trattamento dei disturbi comportamentali, o per lo meno di alcune modalità di espressione di essi, numerosissime sono le scelte possibili, anche se i risultati sono del tutto imprevedibili, spesso deludenti e con il rischio di effetti collaterali anche gravi, che ne prevedono pertanto la prescrizione soltanto da parte dei Centri clinici esperti o di specialisti della materia.