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100 ANNI DI ALZHEIMER

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FARMACI PER I DISTURBI COGNITIVI

Come è stato appena affermato non esiste a tutt’oggi alcun farmaco in grado di prevenire, arrestare o far regredire la malattia.
Ma se è vero che attualmente la malattia di Alzheimer non è né prevenibile né guaribile, questo non vuol dire che sia incurabile. Infatti con i farmaci disponibili si è almeno in grado di migliorarne i sintomi e quindi la qualità di vita del paziente e di chi lo assiste, rallentandone la progressione verso gli stadi più avanzati.

Per raggiungere obiettivi terapeutici più ambiziosi si dovrà invece purtroppo attendere ancora molti anni per sperare di entrare in possesso di sostanze più efficaci.

Inibitori dell’acetilcolinesterasi
Donepezil (ARICEPT, MEMAC), galantamina (REMINYL) e rivastigmina (EXELON, PROMETAX) sono attualmente gli unici farmaci dotati di un favorevole rapporto costo/efficacia, documentato da numerosi studi condotti su casistiche di pazienti estremamente numerose e selezionate. La loro efficacia, riscontrabile in circa il 60-70% dei pazienti trattati, si identifica con il miglioramento dei sintomi della demenza e/o nel rallentamento della sua progressione. Su quando sospenderne la somministrazione, così come sul loro uso nelle fasi più avanzate, esiste discordanza da ciò che è previsto dalle disposizioni vigenti (nota 85) e ciò che risulta dalle ricerche più recenti e dalla esperienza clinica relativa al trattamento di ormai molte migliaia di pazienti.

Per la loro prescrizione da parte Centri clinici esperti, le cosiddette Unità Valutative Alzheimer (UVA), occorre però che sia certa la diagnosi di malattia, che la malattia non si trovi in una fase particolarmente avanzata e che non esistano controindicazioni relative alla coesistenza di definite patologie elencate nei protocolli di trattamento.

Memantina
Si tratta di un farmaco con un meccanismo di azione completamente diverso dagli anticolinesterasici. Esso agisce su un altro possibile meccanismo inducente la malattia, quello di un eccessivo rilascio nel cervello di una sostanza eccitatoria ad azione tossica sui neuroni, il glutammato, a cui conseguirebbe o un’aumentata produzione di beta-amiloide oppure una maggiore vulnerabilità dei neuroni alla sua esposizione (ipotesi glutammatergica dell’Alzheimer).
Non esistono in pratica controindicazioni assolute all’ assunzione di memantina (AXURA, EBIXA), anche se una particolare attenzione va posta nei pazienti con storia di crisi epilettiche.
Seppure gli effetti positivi di memantina sono limitati, da cui la decisione del SSN di non farsene carico, si tratta di un’ulteriore opportunità terapeutica per le forme più avanzate di malattia, o in presenza di controindicazioni all’uso dei farmaci anticolinesterasici.

Antiossidanti
Il loro impiego parte dal presupposto che alla base della morte dei neuroni ci sia una aumentata produzione di radicali liberi dell’ossigeno, prodotti naturali del metabolismo energetico cellulare, contro i quali l’organismo possiede meccanismi in grado di immediatamente neutralizzarli in quanto altamente lesivi dei tessuti dai quali vengono prodotti o con i quali vengono a contatto. Tale ipotesi, cosiddetta dello stress ossidativo, viene chiamata in causa anche per spiegare lo stesso processo di invecchiamento. In realtà dall’utilizzo in clinica di tali sostanze, quali Vitamina E, selegilina, ginko-biloba, non si è avuto alcun significativo risultato. Anche la loro proposta ai fini preventivi non poggia su alcuna evidenza di efficacia scientificamente documentata.

Utile può essere invece consigliare una dieta ricca di frutta e verdura per il suo alto contenuto di antiossidanti naturali.

Antinfiammatori
L’osservazione che l’utilizzo cronico di questi farmaci in donne affette da malattie reumatiche diminuiva il rischio di Alzheimer, ha acceso la speranza di avere in mano la possibilità di prevenire e/o curare la malattia. In realtà risultati degli studi clinici condotti per verificare la effettiva utilità di questa forma di intervento hanno dato risultati negativi.

Estrogeni
La constatazione che questa malattia colpisce in maggiore misura il sesso femminile dopo la menopausa, quando cioè gli ormoni sessuali femminili (estrogeni) drasticamente diminuiscono e di cui è nota l’azione protettiva nei confronti di quella particolare parte del cervello, l’ippocampo, sede dei processi di memorizzazione, ha portato alla proposta di utilizzarli per la prevenzione e terapia della malattia. Anche in questo caso, i risultati degli studi più recenti, non hanno consentito però di confermarne l’utilità di impiego.

Antiamiloide
Negli ultimissimi anni sono iniziati nell’uomo studi con sostanze che, nell’animale, si sono dimostrati in grado di ridurre la produzione cerebrale di beta-amiloide sperimentalmente indotta o la sua trasformazione in sostanza tossica, in questo modo ponendosi l’obiettivo di agire su quello che è ritenuto il processo causale della malattia. Ricerche su pazienti alzheimeriani sono attualmente in corso coinvolgendo Centri di eccellenza, sia statunitensi che europei, dei quali fa parte il Centro per lo Studio dell’Invecchiamento Cerebrale e Demenze nell’Anziano dell’Istituto di Gerontologia e Geriatria dell’Università degli Studi, del quale fa parte l’Unità Valutativa Alzheimer dell’Azienda Ospedaliera di Perugia.

Vaccino
Molte le attese riposte nella possibilità di impedire la deposizione di beta-amiloide mediante l’iniezione intracerebrale di vaccini. Brillanti le dimostrazioni nel topo, ma assolutamente fallimentari fino ad oggi quelle nell’uomo per il verificarsi di gravi casi di meningo-encefalite, di cui tre mortali. Attualmente la ricerca, dopo un periodo di ripensamento, è il fase di ripresa con vaccini più purificati e selettivi.

Trattamento dei fattori di rischio vascolare
Sono numerosissimi ormai gli studi condotti negli ultimi 20 anni ad avere dimostrato che i tradizionali fattori di rischio per le malattie cardiovascolari quali l’ipertensione arteriosa, le iperlipemie, il diabete, il fumo di sigaretta, la sedentarietà, da sempre riconosciuti importanti nei confronti della demenza vascolare, sono oggi ritenuti tali anche per la malattia di Alzheimer ad insorgenza in età avanzata. Seppure manchi a tutt’oggi la prova del nove che il loro trattamento riduca la probabilità di ammalare nei soggetti a rischio, pur tuttavia è doveroso intervenire efficacemente su di essi, rappresentando l’unica possibilità concreta che ci viene offerta in tema di prevenzione.

Quali allora le conclusioni che si possono trarre da quello che è lo stato dell’arte in merito alla prevenzione della demenza di Alzheimer dopo tanti studi e ricerche e quali i suggerimenti concreti che possono essere attualmente proposti? “Le 10 regole d’oro per il cervello” (Tab. 4), recentemente pubblicate dall’Associazione Alzheimer Americana, rappresentano indubbiamente un utile riferimento.

Tab. 4. Le 10 regole d’oro per il cervello (American Alzheimer Association)

1. La testa innanzitutto
La salute inizia dal cervello. E’ uno degli organi più vitali del corpo e ha bisogno di cure e attenzione.

2. Dal cervello al cuore
Ciò che è buono per il cuore è buono per il cervello. Fare qualcosa tutti i giorni per prevenire malattie cardiache, ipertensione, diabete e ictus: possono aumentare il rischio di Alzheimer.

3. I numeri che contano
Tenere sotto controllo peso, pressione, colesterolo e glicemia.

4. Nutrire il cervello
Assumere meno grassi e più sostanze antiossidanti.

5. Far lavorare il corpo
L’attività fisica ossigena il sangue e aiuta le cellule nervose: camminare 30 minuti al giorno tiene attivi mente e corpo.

6. Stimolare la mente
Mantenere il cervello attivo e impegnato stimola la crescita delle cellule e delle connessioni nervose: leggere, scrivere, giocare, imparare cose nuove, fare le parole crociate.

7. Avere rapporti sociali
Occupare il tempo libero con attività che richiedono sforzo fisico e mentale: socializzare, conversare, fare volontariato, frequentare un club, ritornare sui banchi di scuola.

8. Attenzione ai colpi!
Usare le cinture di sicurezza, stare attenti al rischio di cadute, indossare il casco quando si va in bicicletta.

9. Essere saggi
Evitare le cattive abitudini: non fumare, non bere troppo, non fare uso di droghe.

10. Guardare avanti
Iniziare oggi a preparare il domani.

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